mercoledì 30 maggio 2012

SALVATORE ADELFIO: L'APERTURA DEI CLUB NON HA FATTO ALTRO CHE RINCHIUDERE GLI OMOSESSUALI IN UN GHETTO PIU' NUOVO E PIU' BELLO TUTTO PERNOI

Una lettera interessantissima che Salvatore Adelfio invia alla redazione del Fuori  e pubblicata nel  novembre '72 , conferma l'esistenza del Manifesto per la Rivoluzione Morale che Consoli pubblicò, un anno prima, durante il suo "esilio" ad Amsterdam.  Che dire poi sulle sue profetiche considerazioni riguardanti  il ruolo dei locali gay?




Cari compagni,
Essere Omosessuale. Non me ne vanto (mi sembra ridicolo il farlo), ma certo non me ne vergogno (sarebbe più ridicolo). E' facile oggi per me, ma ieri , ieri quando arrossivo al solo sentire nominare la nefasta parola “arruso”; o, ancora, ieri, quando per vergogna camminavo a testa bassa, o quando prima di entrare a battere in un cinema guardavo i cartelloni per vedere se il film mi interessasse (o comunque fosse conforme ai miei interessi culturali), per poter sempre aver un alibi per la famiglia. Quanto tempo (minuti, giorni, mesi!!) ho dovuto bruciare per arrivare, infine a questa conclusione?

“Ma in fondo che importanza ha portarne gli altri a conoscenza?

Che ne ricavi? Nulla! Sai quanti omosessuali sono vissuti senza che i loro genitori sapessero nulla sulla loro preferenza sessuale? “Questo è il discorso che molto spesso ascoltavo fino alla fine senza aprir bocca per poi...”Dimmi che senso ha per un eterosessuale comunicarmi che lui lo è? Perchè è normale che lui mi rompa le scatole comunicandomi tutte le scopate che la sua donna ha subito, mentre non sta bene che io dica semplicemente che sono omosessuale”. Che senso ha il vivere la vita come se si fosse il peggior dei vermi esistenti sulla terra? Fortunatamente sono stato abbastanza intelligente da non lasciarmi incastrare dai loro discorsi. Così facendo sono fuori dalla schiera dei “normali” (di cui francamente so molto poco).

Dal poco che so, ho capito che esistono parecchi oltre al tipo fisso (moglie-televisione-bambini-macchina); ci sono quelli che hanno ricevuto la benedizione dallo psicanalista (sacerdote distributore di Normalità).

Lessi qualcosa del capostipite di questa nuova religione che affermava...che l'omosessualità non può essere classificata come una malattia...” ma un certo arresto dello sviluppo sessuale”(capito fratelli??) non nego che quando lessi ciò ci credetti. Continuando a leggere però, arrivai alla conclusione che lui parlava dell'omosessualità attraverso quello che aveva conosciuto di essa (cioè attraverso quelli che avevano richiesto il suo aiuto). La sua affermazione perciò doveva indirizzarla non all'omosessualità in generale ma a quei tipi che avevano richiesto la sua cura. Partendo da questa base arrivai a comprendere la mia omosessualità con metodi molto soddisfacenti...Dopo essere riuscito nell'opera di riappacificazione di ciò che la società aveva messo in lotta dentro me stesso. Convinto che la nostra liberazione deve cominciare dalle nostre azioni e che la nostra personalità deve esplodere nella sua completezza senza che ad essa vengano messi dei limiti, mi lasciai dentro tutto ciòche in qualsiasi modo andava contro la mia libertà: parenti amici ecc ecc. Mi impegnai così nella lotta politica ma anche in questo piano più che degli incontri ho avuto scontri. Cominciò un “compagno” che dopo aver letto Marx e Stalin, mi dichiarò che io ero il ritratto del borghese medio, perchè rifiutavo la mamma-partito: un altro “compagno” questa volta anarchico, non molto anarchicamente, mi disse di non divulgare le mie preferenze sessuali, perchè anche se anche lui è pronto a battersi per la libertà degli omosessuali..” non credo – così mi disse - che l'omosessualità possa essere una bandiera da sventolare in pubblico per degli anarchici”. Questo “compagno” mi fece capire l'ignoranza dei nostri “compagni “su quanto riguarda il sesso in generale e l'omosessualità in particolare. Dovendo partire per le sevizie della leva, decisi che per essere coerente con le mie idee dovevo rinunciare a servire lo stato: così feci. Scrissi la mia obiezione al servizio militare, che fu inserita nel Manifesto per la Rivoluzione Morale (una pubblicazione uscita ad Amstedam l'anno scorso).  ( di Massimo Consoli nda) .Inviai anche copia del testo a vari giornali italiani ma oltre a Fuori e all'Espresso nessuno pubblicò quel testo,  ma c'era da aspettarselo perchè non si tiene conto delle azioni che possono scuotere i propri elettori ( e questo vale sia per i giornali borghesi che per quelli dei “compagni); ( dove mi consigliava di servire l'esercito “anche” se omosessuale); con i loro commenti hanno dimostrato di non aver capito nulla, noi non si lotta perchè gli altri ci accettino e magari ci permettano di servire lo stato perchè così fanno i “normali”.

La nostra lotta non deve avere come meta il poter scimmiottare gli eterosessuali (matrimonio, club ecc). Dobbiamo evitare l'errore che ha fatto il COC in Olanda; con l'apertura dei club non ha fatto altro che rinchiudere gli omosessuali in un ghetto più nuovo e più bello tutto per noi. Il club che avevano creduto potesse diventare il simbolo della liberazione, è diventato il ghetto-club simbolo della castrazione. Ciò deve essere evitato da noi cercando di impegnarci politicamente il più possibile: la nostra meta deve essere l'abolizione di tutti i Tabù sessuali e la liberazione sessuale completa. Dobbiamo reinventare la società per riacquistare la nostra perduta dignità di uomini liberi. Tutto il potere al popolo!

SALVATORE ADELFIO – AMSTERDAM

(nella foto Massimo Consoli con Salvatore Adelfio ad Amsterdam)















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