domenica 21 febbraio 2016

ANDREA PINI: Le dark room sono semplicemente degli spazi in cui le persone, se vogliono volontariamente in maniera del tutto libera, hanno occasionalmente dei momenti di scambio sessuale, che non sono mai dei momenti di rapporti completi. Non è mai un sesso pesante.

Continua il lavoro di trascrizione  e che mettiamo a disposizione di tutti,  della conferenza stampa tenuta dal Circolo Mario Mieli il 12 maggio 1993 insieme al Consigliere Antiproibizionista  Luigi Cerina (poi confluito in Forza Italia, indagato e condannato per truffa ai danni del Comune di Roma). Per chi volesse ascoltare subito il resoconto della conferenza stampa messa a disposizione da Radio Radicale può collegarsi al seguente indirizzo:

http://www.radioradicale.it/scheda/54610/54676-il-circolo-di-cultura-omosessuale-mario-mieli-le-dark-room-e-laids-organizzata

Quello che segue è  l'intervento di Andrea Pini in quel periodo Presidente del circolo (e autore nel 2011 di "Quando eravamo Froci" Saggiatore editore) e che mistificando la realtà, arriva a  definire le dark room come dei luoghi dove le persone non arrivano ad avere dei rapporti sessuali completi!!! E poi aggiunge : gli omosessuali hanno, rispetto alla sessualità  meno pruderì,  rispetto alla massa media e quindi sono in grado magari di avere un mezzo rapporto sessuale, parliamo di masturbazione, tanto per essere concreti e per capirci. Possono avere un rapporto che termina con la masturbazione reciproca ad esempio, anche in un angolo buio di un locale notturno.

Vanni Piccolo:
Lascerei la parola ad Andrea Pini sulla posizione del Circolo rispetto alle dark room

 

La nostra posizione del Circolo è evidentemente una posizione di assoluta apertura e disponibilità. Perché le dark sono un’espressione di un fenomeno di costume che sta allargandosi e che sta cambiando. Vengono dal nord America e dal nord Europa. Le dark room nei paesi anglosassoni sono esperienza ormai avviata, note da più di un decennio. C’è stato un periodo di crisi dovuto proprio all’aids negli anni 80. Decine e decine di locali con dark hanno chiuso nel nord Europa e in America e in Italia si sono pochissimo sviluppate negli anni 80 proprio perché in quegli anni c’era la cultura fortemente sessuofobica.  Ricordiamo tutti i titoli dei giornali della stampa, dei mass media negli anni 80 che parlavano di peste gay, di nuovo cancro, di castigo divino. E attraverso quella campagna di stampa, è stata fatta direi una perfida campagna contro la libertà sessuale. Si è usato l’aids in quegli anni, in buona fede o in cattiva fede per cercare di contrastare fenomeni di costume che stavano avvenendo nel senso della liberazione dell’espressione anche della liberazione di espressione di minoranze quali gli omosessuali. Ma non solo. Diciamo che gli anni 80 sono stati fortemente repressori della sessualità in generale. Espressione della sessualità anche sfruttando molto il discorso dell’aids, purtroppo. Noi abbiamo sempre lottato fin dall’inizio contro questo atteggiamento. Abbiamo sempre considerato la sessualità come un valore, come uno dei principi fondamentali per l’equilibrio della natura umana. Di tutti: omosessuali ed eterosessuali. E abbiamo sempre creduto che la sessualità andasse difesa, andasse protetta e che il discorso dell’aids è un discorso che va fatto in maniera seria, in maniera approfondita. Va affrontato in maniera particolareggiata  ma che non deve portare necessariamente alla condanna della sessualità. Queste sono alcune posizioni che sono venute fuori questi anni. L’unico modo per combattere l’aids è l’astinenza. Possono essere posizioni personali individuali. E quindi quando sono scelte individuali noi le rispettiamo. Ma, ripetiamo, sono scelte individuali. Non possiamo dimenticare che il 95% della popolazione attiva, in Italia, non ha mai deciso di rinunciare alla sua sessualità, per l’aids. Non ha mai deciso, non ha intenzione di deciderlo. E questo è sotto gli occhi di tutti. Qualunque osservatore della realtà lo può riscontrare e noi che siamo degli attenti osservatori della realtà omosessuale da oltre 10 anni a Roma, lo possiamo testimoniare. E vero che le abitudini sessuali sono cambiate ma sono cambiate nel senso della maggiore attenzione al rischio. Quindi è aumentato tantissimo l’uso del preservativo. Sono diminuite le cosiddette pratiche più rischiose, quelle cioè fatte in  maniera da esporre il corpo ai liquidi infettivi che sono poi il sangue e lo sperma, come oramai tutti sanno. Allora, scusatemi questa premessa, ma mi sembrava necessaria. Allora la nostra posizione nei confronti della sessualità come valore ha origine molto antiche, ha origine dagli anni 70 e l’abbiamo sempre continuata a difendere in tutti questi anni. Ora, ultimamente in questi paio d’anni, la paura dell’aids ha cambiato un po’ aspetto. Non significa che non c’è più paura dell’aids ma forse possiamo affermare che oggi c’è meno panico. C’è una paura più razionale, più contenuta perché si conosce meglio il problema. Si capisce meglio quali sono i mezzi d’infezione, quali sono quindi i mezzi di prevenzione. Tutte le posizioni scientifiche al riguardo dicono con chiarezza che il preservativo rappresenta attualmente il mezzo più sicuro, anzi l’unico mezzo di prevenzione reale. E che la sua sicurezza è veramente molto elevata. Raggiunge il 98% quindi mi sembra elevatissima. E che il rischio di contagio è legato esclusivamente ad un cattivo uso del preservativo. Ecco perché noi abbiamo impostato la nostra campagna sulla prevenzione non soltanto favorendo l’uso del preservativo e diffondendo l’uso del preservativo ma cercando anche d’insegnare ad usarlo bene. Perché il preservativo non funziona quando si rompe detto in maniera molto concreta. Allora vanno aggiunte anche delle modalità per facilitarne anche l’uso corretto. Allora ecco perché noi non ci vogliamo assolutamente far spaventare dalla sessualità. Perché la sessualità può continuare e può continuare in maniera positiva in maniera armonica per le persone che vogliono viverla anche e nonostante l’aids. E dico di più. Può continuare nonostante l’aids anche per le persone sieropositive.

Perché è importante ricordarci che ci sono anche le persone sieropositive nel discorso della sessualità. Noi difendiamo il diritto alla sessualità di chiunque, purché protetta, purché con le dovute precauzioni. Allora partendo da questo presupposto non ci spaventiamo assolutamente per il fatto che, nei locali notturni possano in alcune occasioni, in alcuni momenti particolari, in alcuni angoli particolari più appartati, possano accadere scambi sessuali. Non ci scandalizziamo affatto riferendoci al discordo dell’aids. Perché siamo assolutamente certi di aver fatto tutto il possibile per far passare il messaggio del sesso sicuro con il preservativo. Almeno per quello che riguarda la gestione della nostra iniziativa, cioè quella di Muccassassina. Ma il nostro lavoro non è si è limitato a Muccassassina, ovviamente, perché il circolo ha un rapporto con la città. Dirò di più. Ha un contratto con il Ministero della Sanità e sta portando avanti una campagna di informazione e di prevenzione sull’aids. E quindi abbiamo il dovere di espletare determinate operazioni di informazione proprio con i locali gay romani che ospitano centinaia di omosessuali ogni sera, no? E quindi infatti abbiamo invitato anche qui i rappresentanti dell’Apeiron, delle Terme di Roma e di altri locali con cui siamo in contatto e con cui in questi mesi stiamo facendo una campagna di informazione in collaborazione con il Ministero. Questa campagna consiste nella distribuzione di depliant specifici di cui potete vedere alcuni lì sul tavolo, sulla distribuzione di preservativi e su un tavolo di informazione per chiunque voglia informarsi particolareggiatamente. Quindi noi siamo lavorando in maniera seria attraverso dei servizi e attraverso delle operazioni concrete nella città in questo ambito. E siamo assolutamente certi che tutto questo polverone che si sta’sollevando ora riguardo alle dark sia un polverone assolutamente fasullo, tendenzioso e che in realtà nasconda un pregiudizio moralista e sessuofobico. Ripeto, a Roma non esistono luoghi d’incontri specializzati per incontri sessuali. Ma esistono locali notturni in cui le persone, sto parlando naturalmente di locali gay, in cui le persone possono benissimo avere momenti di sesso, ma certamente non di sesso a rischio, certamente non di sesso scatenato, di sesso cieco con gli occhi chiusi e pronti a qualsiasi gioco d’azzardo. Non è assolutamente vero. E’ una pura invenzione per cercare di tamponare questo fenomeno di costume che sta nascendo. I giovani e i meno giovani omosessuali romani vogliono vivere la loro sessualità. Nessuno dice che l’unico modo sia quello di avere incontri occasionali in un angolo più o meno buio di un locale notturno, non è certo quello l’unico modo, ma è un modo che  noi vogliamo difendere perché è una delle tante possibilità. C’è chi preferisce vivere la sua sessualità all’interno di un rapporto di coppia, ed è libero di farlo, c’è chi invece, preferisce saltuariamente, occasionalmente o anche tutte le settimane, avere incontri con persone diverse e noi crediamo che questa sia una scelta che abbia lo stesso valore di rispetto, rispetto a quello della coppia o rispetto a quello del matrimonio etc etc. Quindi il discorso fondamentale è far passare a tutti il messaggio della prevenzione e su questo noi siamo assolutamente rigidi e su questo chiediamo la collaborazione stretta ai locali perché appunto noi abbiamo questa serata di Muccassassina come diceva Vanni Piccolo che è frequentatissima, ma che facciamo una volta la settimana, la facciamo con scopi diversi, quelli di raccogliere fondi per la nostra attività. I locali romani invece sono aperti tutti i giorni ed hanno un pubblico diverso, differenziato e quindi bisogna che si responsabilizzino di più in questo campo. E comunque devo dire che abbiamo trovato l’assoluta disponibilità da parte dei locali Apeiron, Terme di Roma, Hangar..

 

Voce fuori campo: Sicuramente anche degli altri..

PINI: Un po’ meno disponibilità da parte d’altri locali. Per la prima volta però faremo una festa sul sesso sicuro mercoledi 19 all’alibi e questo è un po’ una conquista.

PICCOLO :La festa di mercoledi 19 all’alibi rientra nella campagna di prevenzione di cui stavamo parlando.

PINI: l’Alibi è il più famoso locale gay romano, ma che si è sempre rifiutato fino ad oggi, lo dichiaro pubblicamente, si è sempre rifiutato di avere un atteggiamento veramente collaborativo nei confronti, non tanto del circolo, ma del problema aids. Non hanno mai distribuito preservativi. Hanno sempre preferito nicchiare perché sono un’attività puramente commerciale, guardano i soldi, guardano alla cassa. Diciamo se ne sono sempre strafregati  di questo aspetto. Adesso, finalmente, forse dopo 10 anni di martellamento, siamo riusciti a convincerli, a pagamento naturalmente, Ci affittano il loro locale per una sera e noi faremo, ripeto, nell’ambito di questa campagna con il ministero, una serata nel loro locale, intitolata Sesso Sicuro, e distribuiremo preservativi a tutti gli avventori. E’ necessario quindi che tutti i locali romani prendano coscienza di questa realtà, sia che abbiano la dark e sia che non le abbiano. Non ha nessuna importanza (averle o meno nda). Il messaggio deve passare comunque perché il rischio non c’è soltanto nel locale. C’è nel letto, nella casa propria, nella macchina o nel cespuglio. La sessualità è a rischio ovunque. Non è un rischio nei locali notturni. E’ a rischio ovunque. Questo è un messaggio permanente che deve passare. Quindi è veramente terroristico voler abbinare questo concetto di locale notturno con il rischio aids. Come se usciti dal locale notturno uno fosse libero e tranquillo di avere rapporti sessuali con chiunque ed è protetto fuori dal locale notturno. Cerchiamo di essere seri: questi articoli che sono usciti in questi giorni non sono affatto seri da questo punto di vista. Allora..

 

GIORNALISTA:  una definizione di dark room?

 

PINI: Le dark room sono semplicemente degli spazi in cui le persone, se vogliono volontariamente in maniera del tutto libera, hanno occasionalmente dei momenti di scambio  sessuale, che non sono mai dei momenti di rapporti completi. Non è mai un sesso pesante.

 

UN’ALTRA GIORNALISTA:  ma sono stanze particolari?, ma c’è una porta?  sono dei locali appartati?
PINI: Scusate vorrei chiarire una cosa: In qualsiasi discoteca, in qualsiasi locale notturno si va per rimorchiare. In qualsiasi locale notturno sia eterosessuale che omosessuale. Ci sono degli angolini bui  in cui le coppiette si sbaciucchiano, si toccano e cercano di fare il massimo che riescono a fare in uno spazio. Embè forse gli omosessuali hanno, rispetto alla sessualità  meno pruderì,  rispetto alla massa media e quindi sono in grado magari di avere un mezzo rapporto sessuale, parliamo di masturbazione, tanto per essere concreti e per capirci. Possono avere un rapporto che termina con la masturbazione reciproca ad esempio, anche in un angolo buio di un locale notturno. Cosa che probabilmente non capiterebbe ad una coppia eterosessuale perché è più repressa

(CONTINUA)

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