lunedì 11 luglio 2016

CONSOLI: I MIEI 15 CONSIGLI PER NON FARSI AMMAZZARE DALLE MARCHETTE


                  Questo opuscolo è stato realizzato autonomamente dall’Archivio Massimo Consoli (nato in maniera informale nel 1959), senza alcun tipo di contributo pubblico, al contrario di quanto accade per altre organizzazioni che dicono di lottare per la causa gay ma, in realtà, sembrano pensare più ai loro interessi.

In particolare, non sono intervenuti in alcun modo, né il Comune di Roma, né la Provincia, la Regione, il governo italiano e nessuno dei suoi ministeri o delle organizzazioni statali, parastatali, cripto statali, cioè le istituzioni che dovrebbero prendersi cura di questa tematica (altrimenti decade il senso della loro stessa esistenza: a che pro’ l’uomo sceglie di vivere in società se non per trarne vantaggi sotto forma di servizi?).

 

                  Questo documento continua la politica di interventi sul sociale e sul territorio della nostra organizzazione che, sempre senza essere mai stata finanziata in nessun modo e senza godere di nessuna forma di agevolazione, ha stampato e diffuso (prima in Italia) vari opuscoletti di informazioni su come evitare l’aids, come comportarsi quando qualcuno rimane contagiato, consigli ad uso degli operatori sanitari, etc. Finora, sempre unico nel nostro Paese, l’Archivio Massimo Consoli ha stampato e diffuso brochures in una quindicina di lingue diverse (dall’arabo al cinese, dal serbo-croato al tedesco, dall’inglese al turco, dallo spagnolo al portoghese..) ad uso dei lavoratori e degli stranieri ospiti.

 

                   Per aiutarci a continuare nel nostro lavoro che beneficia l’intera società, è di estrema urgenza un contributo finanziario, di qualsiasi importo, che potrete spedire all’indirizzo pubblicato nel riquadro in fondo.

Roma. La comunità gay, nel nostro paese e soprattutto nella nostra città, è ben lontana dall’aver raggiunto quel minimo di organizzazione e di coordinamento che altrove ne hanno garantito il successo e imposta l’autorevolezza. Da noi non esistono strutture che facilitano la socializzazione. Il ragazzo che a 10-15 anni capisce di essere gay non sa dove andare, a chi rivolgersi. E’ un’esperienza comune ad ogni giovane, in questo momento delicato, credere di essere completamente solo: l’unico mostro sulla faccia della terra.

 

                    Questo spiega perché, secondo ricerche effettuate presso l’Università del Minnesota e di Washington dallo U.S. Department of Health and Human Services,” 1/3 di tutti i tentativi di suicidio effettuati da adolescenti nordamericani riguarda gay portati alla disperazione dall’ostracismo dei compagni di scuola, della famiglia, della comunità in cui vivono”. Così come la mancanza di modelli validi con i quali identificarsi (il gay è sempre accumunato all’idea della morte, della corruzione, dell’effeminatezza forzata..) spinge alla prostituzione minorile, provoca l’aumento delle malattie a trasmissione sessuale, conduce alla tossicodipendenza. E se questi dati riguardano gli USA con tutte le loro strutture e la loro cultura storica sull’argomento, è opinione comune che la situazione italiana sia molto peggiore.

                       In effetti, una delle richieste più pressanti (e disattese) che abbiamo rivolto all’amministrazione comunale, è stata quella di un centro di accoglienza e orientamento riservato ai gay giovani e giovanissimi con problemi di identità. Un’altra proposta (altrettanto disattesa) è stata quella di occuparci di prostituti maschi minorenni, molto spesso eterosessuali, molto spesso tossicodipendenti, molto spesso stranieri, molto spesso pericolosissimi perché è da loro che vengono le azioni criminali più sconsiderate ed estreme.

 

                        Ma, in mancanza di una risposta da parte di chi fa orecchie da mercante, la nostra comunità cerca di organizzarsi alla meno peggio difendendosi con gli scarsi mezzi a disposizione. Tra questi, i consigli, dettati dall’esperienza e che si basano sulla realtà concreta di quello che ci succede giorno dopo giorno.

 

                        Questi 15 consigli che abbiamo pubblicato per la prima volta (e sempre primi in Italia) nell’aprile del 1993, sono stati ripresi più o meno parzialmente da numerosi giornali (dal Paese Sera al Corriere della Sera al Guardian di Londra). In versione originale, sono già apparsi su Rome Gay News e su Sabazio. Li ripubblichiamo un’altra volta con la speranza di raggiungere più lettori possibile convinti che, così facendo, riusciremo a salvare la vita preziosa di qualche nostro amico, di qualche nostro fratello.

Ci saremo riusciti?

 

 

 

 

MASSIMO CONSOLI  (novembre 1996)

PER NON MORIRE D’AMORE

 

1. Evitare finché possibile, luoghi conosciuti come pericolosi e certi locali di cattiva fama all’interno della comunità, dove avvengono continuamente aggressioni, rapine, esibizionismi di cretini che devono scaricare così i brutti voti che prendono a scuola (quando ci vanno!) o l’impotenza che li affligge quando ci provano (e non ci riescono) con le loro ragazze.

 

2. Se non se ne può fare a meno, allora cercate di non restare mai isolati, o andateci con un amico.

 

3. Non vi presentate come la Madonna di Pompei (“Monsignore”, va a battere con otto anelli d’oro…finto. I march ettari, che non lo sanno, ogni tanto lo riempono di botte e glieli rubano. E lui è contento perché dice: “Li ho fregati!” Mah…! Felice lui!)

 

4. Evitate come la peste ( o come l’aids!) quelli che chiedono soldi a ripetizione. Un aiuto, nella fase iniziale di un rapporto, è moralmente corretto. Ma se il vostro amico vuol essere pagato ad ogni prestazione vuol dire che avete sprecato i soldi della palestra e del lifting. Cercatevi qualcun altro che apprezzi questi sforzi!

 

5. Ogni volta che si fa una nuova conoscenza dovrebbe essere scontato scambiarsi i primi convenevoli: nome, età, provenienza, se vive in famiglia, dove sono i genitori, che lavoro fa, chi amici in comune conosce.

 

6. Pubblicizzare al massimo l’incontro appena avvenuto, se si ha intenzione di portarsi il partner a casa o di andare insieme a lui in qualsiasi altro posto. In questo caso si salutano i propri conoscenti presentando loro, con nonchalance, il nuovo amico e utilizzando battute-chiave che abbiano lo scopo di far sapere chi è. (“Ciao Massimo, io vado a casa perché fa freddo. Ti presento Fabio, è di Barletta. Pensa che è arrivato da due mesi e già parla romanaccio. Hai visto? Ha 25 anni me ne dimostra 18..”)

 

7. Una volta arrivati a casa, si spera che non teniate coltellacci da cucina bene in vista, o le vostre parures di gioielli in vetrina o lo scrignetto tempestato d’oro con i risparmi degli ultimi due anni sul comodino accanto al letto: le tentazioni vanno sempre evitate. La persona più onesta al mondo, all’occasione, può diventare il peggior ladro o assassino (per avere degli esempi, guardate il Parlamento!).

 

8 Evitate esibizionismi inutili di ricchezze, di attività prestigiose, conoscenze altolocate, vanterie. Chi avete rimorchiato: il (si spera) grande amore della vostra vita o l’esecutore testamentario dei vostri beni?

 

9. E’ sempre meglio conoscersi a vicenda per un po’ di tempo, prima di fare all’amore: qualche giorno o qualche settimana, ma se per voi “un po’ di tempo” significa un quarto d’ora…almeno date un’occhiata a chi vi trovate di fronte (finalmente nudo!) e diffidate categoricamente di tutto ciò che vi sembra strano: macchioline, pustolette, foruncolosi. Di questi tempi è sempre meglio una scopata in meno che un cadavere in più. Ovviamente, il preservativo è un “must”!

 

10. Se possibile, non vivete da soli. Cercate di avere un partner, un amico, un affittuario. A parte tutti gli indubitabili vantaggi della compagnia (si, lo so, ci sono anche gli svantaggi!), le statistiche dicono che il 100% dei morti ammazzati vivevano da soli (o erano soli al momento dell’omicidio).

 

11. Fate una telefonata ad un amico, con una scusa qualsiasi, per parlare di chi avete in casa. (Dario  (Bellezza nda) aveva l’abitudine di chiamarmi, a qualsiasi ora della notte! per disdire un inesistente appuntamento: Ciao, Massimo. Scusa ma stasera non posso venire perché ho conosciuto un ragazzo molto simpatico, di Djierba. Si, proprio dell’isola di Djierba in Tunisia, dove voglio andare l’estate prossima. Fa il pescatore. Si. No, il padre no, è impiegato delle poste. Si. Pensa che vive a Roma da due anni e non l’avevo mai visto. Con degli amici a Torre Maura. Perché non vieni tu, a trovarci, un po’ più tardi?” Con delle indicazioni così precise, e con la minaccia di un amico che può venire da un momento all’altro, chi si azzarderebbe a commettere un delitto? E’ vero che c’è la possibilità che il partner abbia mentito nel parlare di se stesso, ma l’esperienza insegna che questo avviene molto raramente. Nessuno, in questi casi, va a casa di uno con la predeterminazione di ucciderlo e di conseguenza non si prepara un’identità fasulla per evitare di essere rintracciato).

 

12. Bene, ora che finalmente vi siete infilati dentro il letto (e per questa notte non avrete bisogno della borsa dell’acqua calda!), non uscitevene a sorpresa con richieste “strane” E’ vero che tutto è lecito se fatto tra consenzienti maturi e vaccinati ma, appunto, bisogna essere consenzienti ed aver messo prima le carte in tavola. Non è corretto presentarsi come Biancaneve in cerca della nonnina, e poi (sotto le lenzuola) trasformarsi nel lupo cattivo!

 

13. Di fronte a richieste “strane” da parte del vostro partner, invece, o di fronte a vere e proprie minacce, non esitate, non pensate ai vicini (“Dio mio, capiranno tutto!”). State tranquilli, i vicini hanno già capito tutto da molto tempo ma si comportano con molta educazione perché, alla fin fine, gli siete simpatico e si sono perfino affezionati a voi mentre voi, paranoici, pensate che stanno raccogliendo le firme per cacciarvi dal condominio. Allora, urlate pure, con tutto il fiato che avete in gola. Al limite, fate come Riccardo che si trovò tre-quattro ragazzi con le rivoltelle dentro casa e, “nudo come un pitone”), spalancò a sorpresa la porta sul pianerottolo urlando aiuto. I ragazzi sono andati in galera, Riccardo è vivo e vegeto (e oggi più “anaconda” che “pitone”) ed i vicini sono diventati un po’ più gentili di prima.

 

14. In caso di scampato pericolo, denunciate l’aggressore fornendo tutte le indicazioni possibili. E’ vero che la polizia ha molto da imparare, ma può cambiare (in meglio e rapidamente) solo se tormentiamo i commissariati con montagne di carta bollata.

 

15. Un ultimo consiglio: in Germania e in America si usa addirittura pubblicare nomi, cognomi, numeri di telefono e indirizzi di riconosciuti ricattatori, aggressori o personaggi turbolenti che abbiano dato fastidio ai gay, in volantini che circolano all’interno della comunità e dei luoghi di battonaggio e che spesso vengono ripresi anche da alcuni giornali. Se vi risulta che tipi pericolosi hanno una certa abitudine a frequentare certi posti, mandatecene una descrizione con qualche rigo di commento al nostro indirizzo.

Anche via fax

Buon divertimento

 

 

 

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