MASSIMO CONSOLI: HANNO DETTO DI LUI

  
lo sappiamo...è poca roba ..ma abbiate pazienza, prima o poi verrà inserita tutta la documentazione in nostro possesso!
 
 




 
 
 
 











 

 









 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
Il 23 luglio 1995 il Messaggero dedica un'intera pagina a Massimo Consoli.



 IL MESSAGGERO




 


 


Il fondatore del movimento gay italiano, mangiapreti e divoratore di pasta


UN QUINTALE DI VITALITA’ GAY


Consoli: scrittore e collezionista di provocatori gadget
 
di  Francesca Nunberg  
 

“Pronto? No, mi dispiace questa non è la Gay house. Cerca una sauna? Non so che dirle..Sì, io sono gay, ma le saune non le frequento..” Da quando il suo numero di telefono è apparso su alcune guide omosex (“Ma per l’archivio, solo per l’archivio, avevo detto…”), Massimo Consoli è tempestato di richieste. Dal suo eremo in quel di Frattocchie, dove vive coi gatti Fefè e Pipì, i cani Attila, Giobbe e Bakù (per via dell’anarchico russo Bakunin) e le tortore della sorella, l’uomo che negli anni Settanta ha fondato il Movimento gay italiano ha un’altra “creatura” da tirare su:” il più esteso e prestigioso archivio europeo di storia di omosessualità, uno dei primi dieci nel mondo”. Per consultare questa raccolta di oltre cinquemila volumi, settemila fotografie, mille cartoline, quattrocento manifesti, migliaia di articoli di giornale (compreso lo storico pezzo, prima avvisaglia dell’Aids, pubblicato nel ’79 da Lotta Continua: “ Lo sperma porta il tumore, lo dicono gli americani”), bisogna scendere la scaletta che porta verso l’orto, piena di fichi caduti da un albero stracolmo.

“Non ce la faccio a mangiarli tutti - dice Massimo -  nonostante i miei 107 chili e le mie abitudini irregolari. Sono capace di divorare penne all’arrabbiata alle sette  e mezzo di mattina..” “E spaghetti con le vongole tre ore dopo”, aggiunge Anselmo, amico di vecchia data, che oggi è venuto a trovarlo e all’ora di pranzo esibisce le sue doti di cuoco. A tavola c’è anche Enrico Verde (è il colore dei gay, ma il nome sarà vero?”), che con loro ha partecipato a tutte le battaglie del movimento. Parlano, scherzano, brindano a vino rosso dei Castelli, ricordano i bei tempi: il ’75, quando nacque l’Ompo, il primo giornale gay, il ’76, quando arrivò l’Ompo’s, la prima associazione, e poi il consultorio medico, le occupazioni a Testaccio, le trasmissioni radiofoniche, la Gay house, il movimento che prendeva luce tra mille difficoltà. Anselmo serve zucchine dell’orto al salame piccante e Massimo dice: “Ma anch’io so cucinare. Uso molto peperoncino, curry, comino..”. A Enrico che lo sfotte, “La cosa che cucini meglio è la Storia”, risponde. “Qui non c’è rispetto per i padri fondatori..”, poi si alza e apre le porte del tesoro. Tra il forno a legna e l’orto, dove Consoli coltiva pomodori, melanzane, nespole e albicocche, nonché cavolo cappuccio “nutrito” con le ceneri dei volantini gay, ci sono due capannoni di lamiera. E dentro il suo favoloso archivio. “Ai tempi di Petroselli e poi di Carraro – spiega mostrando la foto di Lawrence d’Arabia, suo idolo da ragazzino – l’avevo offerto in regalo all’amministrazione comunale. Con Rutelli non ci ho neanche provato. Non sanno cosa si perdono. E pensare che mi sono indebitato per centinaia di milioni. Forse adesso lo metterò in vendita”.

Massimo, che detesta ogni stereotipo, che non tollera “quelli che si vestono da donna e vanno a sculettare in giro”, che aborrisce le dark rooms (“Luoghi terribili, dove vai a fare sesso con uomini che non vedi in faccia: assurdo con l’Aids..”), è persona sensibile e divertente. E mostra il lato frivolo del suo archivio. Decine di gadget, raccolti in anni di ricerche: i lecca lecca coi preservativi, i sottobicchieri Play it safe (fallo protetto), il Monopoli gay, le caffettiere “attribuite a Pasolini, Moravia, Sandro Penna e Ungaretti”, la maglietta Don’t be a dick head (non essere una testa..), le candele erotiche, un pupazzetto di Reagan piselluto, i calzini lesbici, una rivista in braille per omosessuali ciechi. Lui che si vanta di essere stato definito da Il borghese “l’esempio più evidente della decadenza della cultura occidentale”, se la ride e poi risale le scale. Destinazione mansarda, in cima alla villetta costruita sul terreno che suo nonno comprò nel 1911 dai reduci della guerra italo-turca. “Ci vivo da solo – spiega – Quando se n’è andato Franco, il mio amico, per me fu una tragedia, persi venti chili..E da allora non ho più avuto rapporti sessuali. Se capitasse qui, il ragazzo più bello del mondo, però, magari un pensierino ce lo farei..”. Ma a che serve una bara nella mansarda? “Ora ci tengo le scope, ma l’abbiamo usata per uno spettacolo. Ricordo ancora la faccia del brigadiere che venne a perquisire il teatro ai tempi del rapimento Moro..”. Massimo che non ama Roma (“E’ ghettizzata e ghettizzante”), se ne sta tutto il giorno barricato in casa ed esce quasi solo per fare la spesa. “Non amo più il genere umano – dice – perché l’ho amato troppo. Ma per fortuna gli amici vengono a trovarmi”. Giornalista e scrittore, Consoli è anche responsabile dell’agenzia Rome Gay News, che esce “quando ci sono notizie importanti da dare”. L’ultimo di tanti scoop, l’intervista ad Alessandra Mussolini che diceva di essere favorevole alle adozioni anche per i gay. Fino a qualche mese fa Massimo dirigeva “Il Pettirosso”, il giornale di Rifondazione ai Castelli. Poi ha ritirato la firma, in polemica con Bertinotti che non si voleva far intervistare. Ha pubblicato ventuno libri: il primo, nel ’71, Appunti per una rivoluzione morale, l’ultimo, un anno e mezzo fa, Killer Aids, la storia dell’Aids attraverso le sue vittime. “Ma il mio capolavoro (modestia a parte) è del 1991: Homocaust, il nazismo e la persecuzione degli omosessuali. Adesso sto lavorando a Ecce Homo, una rilettura della Bibbia in chiave sessuale, sto scrivendo L’impulso sessuale, poi farò la Guida alle strutture anticlericali italiane, quindi voglio decidermi a scrivere La rivoluzione morale…”. L’estate, insomma, il “padre fondatore” la passerà al computer. Lui che al mare diventa isterico, che dice “vado più facilmente a New York che a Monte Mario”, che ha vissuto in Olanda, in America, in Libia, per agosto ha un programma solo un viaggetto a Fano. “Parteciperò al Meeting anticlericale organizzato dalla Società per lo sbattezzo – dice – Il mio trip, infatti, non è l’omosessualità ma la religione. Detesto il cristianesimo, che ha sempre segregato il sesso. Seguo la religione della natura”.


Se Massimo comincia a parlare non lo fermi più. Racconta di quando scoprì la sua omosessualità (“Facevo la seconda elementare e baciavo la foto di un sommozzatore sul sussidiario”), di quando l’Aids cominciò a mietere le prime vittime negli Usa (“Ho inventato io l’espressione “peste del XX^ secolo”, se potessi avere i diritti d’autore sarei miliardario..”), di quando ebbe l’idea, nell’anniversario della morte di Pasolini, di preparare centinaia di sacchetti di stoffa verde contenenti la terra dell’idroscalo di Ostia, dove fu trovato il cadavere. Basta? Non ancora, Massimo racconta di quando stava al  Celio per la visita di leva: “Ero il terzo figlio maschio e avrei potuto evitare il militare” Ma volevo farlo a tutti i costi, così l’ufficiale mi strinse la mano dicendo Lei sì che è un vero uomo..”

  



 
 
 
 
2002 
 
 
 
LUIGI FERDINANDO (PHONOLA)
 
 
 
 
 
AGIOGRAFIA DEL BEATO MASSIMO CONSOLI







 
 
2003
 
D:\users\mn\Pictures\Padre a cinquant'anni con l'adozione_ Massimo Consoli «Prima di morire volevo dargli il mio cognome» - l'Unità_it_xml.mht
di DELIA VACCARELLO
 
 
 
 
2007 
 
 
 

Massimo Consoli


Advocate, The,  Dec 18, 2007  


Massimo Consoli, 61, the so-called father of the Italian gay rights movement, of cancer, in Marino, Italy, November 4. Called "Papa Max" by his best friends, Consoli was a self-trained historian who wrote more than 40 books, mostly on gay issues. A lifelong anarchist, Consoli rose to prominence after founding a controversial discussion group on discrimination in 1963.

 
 
2015
 

                                          CONSOLI VISTO DA GIOVANNI DALL'ORTO



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